Difficoltà del sistema inflazionistico

Tonino D’Orazio. 9 dicembre 2021.

     Una piccola dichiarazione apparsa l’altro ieri, dalla banca delle banche FED, può farci luce: Powell sembrava aver capito di essere incastrato tra l’incudine (l’inflazione brutale e implacabile dei consumi) e il martello (l’impossibilità di alzare i tassi) o di diminuire i tassi, senza creare scompiglio nell’intera economia (del dollaro) e nei mercati dei capitali …

     Il presidente della Fed ha ammesso davanti a un gruppo di Senatori che “questo è probabilmente un buon momento per rimuovere” la parola “transitorio” per descrivere realisticamente l’inflazione. Questa brutta bestia, assioma del sistema, l’Uroburos (o serpente che si morde la coda).

     Gli esperti di economia conoscono le conseguenze del rialzo dei tassi, noi dalle nostre tasche. Sono i tassi di interesse che contano, poiché il debito societario è a livelli record nella maggior parte delle principali economie. Il 15% e il 20% delle aziende, nelle grandi economie, copre a malapena i costi del debito con i profitti che realizzano. Secondo Bloomberg, negli Stati Uniti quasi 200 grandi aziende si sono unite ai ranghi delle cosiddette aziende zombie dall’inizio della pandemia e rappresentano ora il 20% delle 3.000 maggiori società quotate in borsa. Con debiti per 1,36 trilioni di dollari. Sono 527 delle 3000 aziende che non hanno guadagnato abbastanza per pagare gli interessi!

     Gli oneri per il “servizio del debito” sono diminuiti in media, anche se il debito si accumula. Ciò è dovuto al forte calo del costo del prestito. Se questo scenario dovesse iniziare a invertirsi, allora la possibilità di fallimenti aziendali e crolli finanziari diventerebbe una probabilità. L’accelerazione dell’inflazione è un problema in questo momento, negli Stati Uniti e in altre economie capitaliste in “ripresa”, e certamente intacca qualsiasi ripresa dei redditi da lavoro; ma per il capitalismo la redditività è il vero punto di riferimento e questo può essere influenzato negativamente da aumenti di salari e interessi.

     Cosa nasconde la pandemia? Il FMI sta suonando i campanelli d’allarme. In un contesto in cui la pandemia globale non è ancora sotto controllo, “un collasso economico è possibile in alcuni paesi“, Ha appena avvertito il Fondo Monetario Internazionale. “A meno che i creditori del G20 non accettino di accelerare la ristrutturazione del debito e di sospendere il debito durante i negoziati” … Il debito sta aumentando nella stratosfera, in questo caso è, come si capisce, il debito sovrano dello Stato, che viene finanziato sui mercati.

     Biden sta ancora lottando per ottenere il suo piano di spesa sociale “Go-Big” e l’agenda di Transizione Verde attraverso il Congresso, prima delle elezioni di medio termine tra un anno. Ma il picco dell’inflazione potrebbe far affondare il suo programma Build Back Better (BBB), un piano dettagliato e complessivo di “aiuti” e tentativi di riforme.

     L’inflazione blocca anche la “transizione” ecologica (dal fatto reale che un passaggio troppo rapido alle energie rinnovabili metta a rischio le reti elettriche e aumenti indebitamente i costi di riscaldamento), e l’establishment farmaceutico sa che una nuova variante (B.1.1.529) ha fatto un salto evolutivo con 32 mutazioni nella sua proteina spike. Questo lo rende “chiaramente molto diverso” dalle varianti precedenti, che potrebbero portare a nuove ondate di infezione che sfuggano alle “difese vaccinali“.  Traduzione: una nuova ondata di restrizioni, nuovi blocchi e, in definitiva, trilioni di dollari in nuovi contributi di “stimolo” potrebbero essere in vista. Parimenti in Europa. E cosa ne è dell’inflazione, ci si potrebbe chiedere.

     È una corsa per gli Stati Uniti e l’Europa, dove la pandemia è tornata in vigore, far passare i loro programmi cosiddetti di Reset o Rri-inizializzazione, prima che le varianti prendano il controllo dei problemi con gli ospedali affollati di vaccinati e non vaccinati, con manifestazioni e sommosse di piazza, e obbligo, all’aperto, di mascherine ai mercatini di Natale (almeno se aprono)… Le notizie di questa settimana preannunciano una grande svolta: gli obblighi più feroci di vaccinazione e i blocchi, anche nelle aree altamente vaccinate, sono tornati.

La paura anche, pur se le cifre giornaliere sono un’inezia in confronto a quelle del 2020 fino al marzo del 2021. Il passaggio all’evidente totalitarismo in Europa sembra un segno di disperazione, perché le oligarchie temono che le diverse transizioni previste nel quadro della Reinizializzazione (tecnocratico-finanziaria, climatica, vaccinale e manageriale) possano non essere mai messe veramente in opera.

Con i piani di spesa ostacolati dall’accelerazione dell’inflazione, la transizione climatica che non riesce a imporsi nei paesi più poveri (e neanche da noi), la tecnocrazia sempre più screditata dai risultati negativi degli episodi di pandemia, gli agguati elettorali, e la moderna teoria monetaria che va a sbattere contro il muro, a causa – beh, di nuovo l’inflazione.

La grande “transizione” è concepita come una transizione estremamente costosa verso le energie rinnovabili e verso un nuovo corporativismo digitalizzato e robotico. Richiede finanziamenti enormi (inflazionistici) che devono essere votati e un’enorme spesa assistenziale parallela (inflazionistica) che deve essere approvata anche dal Congresso, perché l’unanimita parlamentare c’è solo da noi in tutto l’Occidente. Servono provvedimenti sociali per placare tutti coloro che si ritroveranno successivamente disoccupati, a causa della “transizione” climatica e del passaggio ad una sfera aziendale digitalizzata, verso un 4.0. Ma, inaspettatamente per alcuni “esperti”, l’inflazione ha colpito e le statistiche sono le più alte degli ultimi 30 anni. E’ il sottile veleno contro la quadratura del cerchio con la stampa della moneta carta straccia facile.

Oggi, come osserva Michael Every di Rabobank, “L’Occidente sta vivendo polarizzazioni, proteste di massa, rivolte, parla di vaccinazioni obbligatorie in Europa e Yanis Varoufakis sostiene che il capitalismo è già morto; e che sta emergendo un tecnofeudalesimo”. Oggi le elezioni di midterm negli Stati Uniti sono ancora più urgenti. Il ritorno di Trump (sebbene limitato al Congresso), taglierebbe ulteriormente le gambe al Build Back Better e congelerebbe anche Bruxelles, cioè noi.

Per citare Bossuet: Dio ride degli uomini che deplorano gli effetti di cui amano le cause.

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